Abbazia di San Giorgio Maggiore

Storia

La fondazione di un’Abbazia Benedettina sull’omonima Isola lagunare affacciata sul bacino San Marco risale al 982 d.C. In quell’anno infatti, il doge in carica Tribuno Memmo, appartenente alla famiglia che possedeva l’intera Isola di San Giorgio Maggiore, concesse in dono al monaco benedettino Giovanni Morosini la preesistente chiesa, già dedicata a San Giorgio, insieme ai suoi codici, la vigna, gli edificabili terreni circostanti e il diritto di prosciugare acquitrini attigui e di coltivarli. Egli fondò così il Monastero, divenendone primo Abate. Il prestigio dell’Abbazia sorse ben presto, tanto che divenne uno dei maggiori centri europei in campo teologico, culturale e artistico. Questo primo complesso abbaziale andò però distrutto nel 1223 durante un terremoto, e venne poi più volte riedificato – fino all’imponente e definitivo progetto affidato all’architetto Andrea Palladio, avviato a partire dagli anni ’60 del Cinquecento. La Chiesa da egli concepita venne contestualmente arricchita di numerose e pregevoli opere d’arte, eseguite da Maestri del tenore di Jacopo Tintoretto e suo figlio Domenico, Sebastiano Ricci, Girolamo Campagna, Jacopo e Leandro Bassano, e il fiammingo Albert de Brule.

Con la caduta della Repubblica di Venezia, nel 1797, il Monastero venne gravemente depredato. La sua importanza era però ancora tale che nel 1800 fu sede del Conclave a conclusione del quale venne eletto papa Pio VII – al secolo Gregorio Barnaba Chiaramonti, monaco benedettino cassinese di Cesena.  

A causa delle leggi napoleoniche, nell’anno 1806, il Monastero venne soppresso, molti beni venduti o rubati, e la chiesa ridotta a uso profano: cessò ogni diritto di proprietà dei Benedettini sull’Isola. Solo pochi monaci ottennero di restare per amministrare la Chiesa, mentre il Monastero diventava un deposito d’armi. Rimase un presidio militare anche sotto i governi dell’Impero Austro Ungarico e del Regno d’Italia, andando incontro a un drammatico deperimento.

La Chiesa e alcuni ambienti del complesso monastico a essa adiacenti vennero quindi affidati, a partire dal 1 settembre 1847 e con alterne interruzioni di autonomia nei decenni a venire, alla Comunità Benedettina dell’Abbazia di Praglia.   

Nel marzo del 1900, in occasione del centenario dell’incoronazione di Papa Pio VII, l’allora Pontefice Papa Leone XIII elevò la Chiesa al rango di Basilica Minore. 

Comunità Benedettina

L’Abbazia di San Giorgio Maggiore è un Monastero dipendente dall’Abbazia di Praglia. I monaci di San Giorgio Maggiore e di Praglia fanno dunque parte della stessa Comunità – che è attualmente la più numerosa d’Italia.

Guida la Comunità l’Abate Padre Dom Stefano Visintin o.s.b.  

Così come viene indicato dalla Regola di San Benedetto, il cammino quotidiano della Comunità Monastica si articola fondamentalmente nella preghiera dell’Opus Dei, nella Lectio Divina, nel lavoro e nella vita fraterna.

I Padri Benedettini sono disponibili ogni giorno su richiesta per le Confessioni, suonando al citofono “Monaci Benedettini” oppure chiedendo in Campanile.

Ss. Messa domenicale

La domenica la Ss. Messa viene celebrata alle ore 11:00 presso la Cappella della Deposizione.