Abbazia di San Giorgio Maggiore, Venezia
9 maggio – 23 novembre 2025
Team curatoriale:
Carmelo A. Grasso, Dr. Corinna Otto, Ory Dessau

Luc Tuymans, Heat, 2025. Olio su tela, 380 x 600 cm
© Marco Furio Magliani
Abbazia di San Giorgio Maggiore – Benedicti Claustra Onlus e Draiflessen Collection sono lieti di presentare, dal 9 maggio al 23 novembre 2025, una nuova commissione per l’altare della Basilica Palladiana: due dipinti inediti di Luc Tuymans (Mortsel, 1958), tra i più importanti pittori della sua generazione.
Commissionate dalla Comunità Benedettina – guidata dall’Abate Stefano Visintin osb – e Draiflessen Collection, le tele sono state concepite per sostituire in via temporanea i grandi teleri presbiterali di Jacopo Tintoretto (Venezia, 1518-1594): l’Ultima Cena e Il Popolo d’Israele nel deserto, attualmente oggetto di un restauro conservativo – il primo dopo oltre mezzo secolo – promosso grazie al prezioso supporto di Save Venice.
Luc Tuymans ritorna a Venezia – dopo l’importante retrospettiva a Palazzo Grassi nel 2019 – ponendosi in dialogo con i monaci benedettini di San Giorgio Maggiore, che da oltre un decennio sono impegnati a ripristinare un proficuo dialogo tra Chiesa e Arte Contemporanea.

Luc Tuymans, Musicians, 2025. Olio su tela, 380 x 600 cm
© Marco Furio Magliani
Le opere, realizzate per il presbiterio monastico e ispirate da immagini ritrovate nella memoria dei viaggi dell’Artista – frammenti e dettagli della quotidianità umana – catturano l’attenzione attraverso toni cromatici inconsueti, prospettive disorientanti e atmosfere surreali in contrapposizione tra loro. Ci viene offerta una narrazione senza storia, capace di nascondere il senso del divino nella quotidiana e ordinaria esperienza del fedele in viaggio tra cultura e spiritualità negli spazi sacri della Basilica.
Per questo importante progetto, l’Artista sta lavorando alla realizzazione di un manoscritto miniato contemporaneo che presto verrà esposto sul leggio del badalone, al centro del Coro Maggiore – luogo di preghiera e lode comunitaria dei monaci. Il manoscritto confluirà nella collezione, avviata già nel 2019, di manoscritti miniati contemporanei realizzati per l’Abbazia di San Giorgio Maggiore dagli artisti con i quali essa ha collaborato negli ultimi anni attraverso la Benedicti Claustra Onlus, suo ramo no-profit.
La mostra è curata da Carmelo A. Grasso, Direttore e Curatore Istituzionale di Abbazia di San Giorgio Maggiore – Benedicti Claustra Onlus, Dr. Corinna Otto, Direttrice della Draiflessen Collection e Ory Dessau, curatore indipendente.

© Marco Furio Magliani
Nel corso dei secoli la Chiesa ha avuto un ruolo rilevante nella promozione dell’arte, contribuendo alla creazione di un vasto patrimonio che ancora oggi testimonia l’incontro tra fede, cultura e sensibilità estetica. In tempi più recenti questo rapporto con il mondo dell’arte si è fatto meno frequente, e la presenza della Chiesa tra i promotori di nuove opere si è ridotta. In un’epoca in cui il linguaggio visivo e simbolico continua ad avere un forte impatto, potrebbe essere interessante riflettere su come la Chiesa possa rinnovare il proprio dialogo con l’Arte Contemporanea. Non si tratta solo di decorare gli spazi sacri, ma di aprire nuove possibilità di espressione e confronto, in grado di parlare al presente e di offrire occasioni di ricerca e significato, sia per i credenti che per chi si avvicina alla dimensione spirituale in modo più ampio.

© Marco Furio Magliani
È con questo spirito che l’Artista Luc Tuymans ha instaurato un dialogo con la Comunità Benedettina per la realizzazione delle sue opere: i monaci ristabiliscono il loro ruolo di promotori della cultura e audaci committenti, e all’Artista viene offerta la possibilità di esprimere il suo genio e di condividere la sua esperienza artistica con i tanti fedeli e pellegrini in visita presso la Basilica Palladiana.
Dalla fine degli anni Ottanta l’Artista belga ha creato opere complesse, caratterizzate da una forte carica semantica e simbolica. I suoi dipinti, in cui prevalgono colori pastello e contorni sfocati, sfuggono a una denominazione chiara, indicando le dimensioni irrappresentabili della realtà e della storia. Nell’arte di Tuymans la sottrazione estetica e concettuale diventa lo strumento per catalizzare l’attenzione dello spettatore. Nel progetto realizzato per la Basilica di San Giorgio Maggiore, l’intento dell’Artista è quello di provocare un’indagine nelle profondità del proprio io e nella propria storia.
L’opera di Tuymans unisce così la questione della rappresentazione in pittura alla possibilità di raffigurare qualcosa di assente rendendolo tangibile, il che conferisce alle due opere mancanti di Tintoretto un’eco contemporanea distante ma appropriata.

Installazione dell’opera Heat nel presbiterio
della Basilica di San Giorgio Maggiore
© Marco Furio Magliani
L’intervento di Tuymans per la Basilica di San Giorgio Maggiore, occasione unica e irripetibile, non deve essere frainteso con una reinterpretazione delle opere di Jacopo Tintoretto, non è questo lo scopo del progetto. È stata offerta all’Artista la possibilità di mettersi a confronto con la sacralità degli spazi della Basilica e della sua storia; di sperimentare, come Jacopo Tintoretto secoli prima di lui, le prospettive visive, la dimensione architettonica del presbiterio, l’interazione dei fedeli in relazione ai momenti liturgici.
La presentazione LUC TUYMANS – Basilica di San Giorgio Maggiore offre un raro esempio della capacità dell’opera dell’Artista di interagire e acquisire nuovi significati e sfaccettature in relazione all’ambiente circostante in cui è esposta.
Informazioni sull’Artista
Luc Tuymans è un artista che vive ed opera ad Anversa e che può senza dubbio essere inserito tra i più autorevoli pittori della sua generazione; i suoi lavori sono stati esposti nelle più importanti città del mondo tra cui Francoforte, New York, Toronto, Chicago, Londra, Philadelphia, Parigi, Osaka, Pechino.
Nelle sue opere Tuymans si è spesso accostato a tematiche legate ad eventi storici traumatici quali l’Olocausto (Gaskamer, 1986), il colonialismo belga (Mwana Kitoko, 2000), o il terrorismo (Still Life, 2002), servendosi di rappresentazioni dello spaccato di vita quotidiano per evocare nello spettatore un senso di disorientamento, per poi spingerlo a formulare una sua indagine personale e critica.
La prima partecipazione dell’Artista alla Biennale di Venezia risale al 1997 quando, nel corso della 47. edizione della Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, presenta un dipinto dal titolo Illegitimate II. Nel 2001 Tuymans viene selezionato per rappresentare il padiglione belga in occasione della 49. edizione con un’esposizione dal titolo Mwana Kitoko. Beautiful White Man. In questa occasione l’Artista affronta il tema della storia coloniale belga che sfociò nel 1960 con l’indipendenza del Congo. Nel 2019 ha presentato a Palazzo Grassi la sua prima mostra personale in Italia dal titolo La Pelle, nel corso della quale sono state esposte oltre 80 opere realizzate dall’Artista a partire dal 1986. È attualmente in corso l’esposizione dei suoi quattro dipinti murali dal titolo L’Orphelin presso la Rotonde Valentin de Boulogne, al museo del Louvre.

Ritratto di Luc Tuymans, Basilica di San Giorgio Maggiore
© Marco Furio Magliani
🇮🇹 Contributi curatoriali 🇬🇧 Curatorial texts
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